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L'inquinamento ambientale responsabile malattie autoimmuni del fegato

Medicina Interna Redazione DottNet | 11/04/2019 11:17

Emerge da uno studio condotto nell' Inghilterra del Nord e presentato all' International Liver Congress 2019, in corso a Vienna

L' esposizione a un persistente, anche se ridotto, fattore inquinante ambientale sembra giocare un ruolo chiave nello sviluppo di alcune malattie autoimmuni del fegato. E' quanto emerge da un vasto studio condotto nell' Inghilterra del Nord e presentato all' International Liver Congress 2019, in corso a Vienna (Austria). Lo studio ha rilevato un cluster significativo di casi di colangite biliare primaria, epatite autoimmune e colangite sclerotizzante primaria in alcune ben definite regione dell' Inghilterra nord-orientale e della North Cumbria.

Questo, secondo i ricercatori, suggerisce il coinvolgimento di uno o più agenti ambientali. Le patologie autoimmuni del fegato sono relativamente rare, colpiscono persone di tutte le età e durano tutta la vita. Le cause non sono ancora ben chiare, anche se si sospetta un' interazione tra una predisposizione genetica all' autoimmunità e fattori ambientali. Lo studio è stato condotto da ricercatori di Newcastle, che hanno evidenziato i cluster di queste patologie, indagando anche sull' indirizzo dei pazienti individuati. In questo modo hanno visto un eccesso di pazienti rispetto alle attese in alcune aree particolari, molto ben delimitate.

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"Lo studio suggerisce che l' esposizione a un agente ambientale persistente e a basse concentrazioni può aver giocato un ruolo nella patogenesi di tutte e tre le malattie autoimmuni del fegato studiate'', conclude Jessica Dyson, della Newcastle University. Dal momento che i cluster delle tre patologie non coincidono, la studiosa ipotizza che potrebbero essere in gioco fattori diversi, che potrebbero anche essere collegati, ad esempio, a riserve idriche, o impianti industriali, o ancora a miniere e stoccaggio dei rifiuti. Occorre indagare ancora, per far luce sull' origine del fenomeno, conclude il team.

"Questo studio è molto importante, dal momento che le malattie autoimmuni del fegato, che pure non sono frequenti, hanno un' incidenza in aumento a livello generale", commenta Marco Marzioni dell' Università Politecnica delle Marche di Ancona, e membro del Board Easl (European Association for the Study of the Liver). "I fattori che le scatenano sono tuttora ignoti - aggiunge il medico - Se in precedenza sono stati considerati elementi ambientali, mancano però ancora dati solidi a supporto di questa tesi. Questo studio rinforza l' idea che un' esposizione ambientale possa giocare un ruolo importante nello scatenare le malattie autoimmuni del fegato''.

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